Pianta antica di Venezia di Jacopo De Barbari
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Con Giovanni Bellini iniziò la nuova pittura veneziana del 1500, caratterizzata dall’armonia tra forma, luce e colore, che trovò nelGiorgione il caposcuola e l’ iniziatore di questa grande riforma artistica.
A tal proposito scrisse il Vasari, parlando di Giorgione “… di cacciarsi dinanzi le cose vive e naturali e contraffarle quanto sapeva il meglio con i colori e macchiarle con le tinte crude e dolci secondo che il vivo mostrava, senza far disegno, tenendo per fermo che il dipinger solo con i colori stessi senz’altro studio di disegnare in carta fosse il vero e miglior modo di fare …”.
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Poche sono le sue opere sicure, molte quelle attribuitegli; da ammirare la “Tempesta”, che sta alle Gallerie dell’Accademia; in esse egli realizza visioni ricche di colore, di poesia e di luce.
 
Questo nuovo modo di dipingere influenzò il mondo pittorico a Venezia.
Giorgione ebbe tanti seguaci, il più famoso dei quali fu Tiziano Vecellio, che dominò la scena artistica della prima metà del XVI secolo.

Nei primi decenni del 1500 Tiziano mostrò di seguire le linee della riforma del Giorgione: egli  cercò di conciliare la forma con il colore, mantenendo il giusto rapporto di luce e di toni tra figura e ambiente.
Vari suoi capolavori si possono vedere a Venezia: l’“Assunta” (1518) e la “Pala Pesaro” ( 1526) nella Basilica de Santa Maria Gloriosa dei Frari, la “Presentazione della Vergine al Tempio” e la “Deposizione di Cristo” (1534-1538) alle Gallerie dell’Accademia.

Nella seconda metà del 1500 Tiziano espresse nel colore il meglio di sé: il colore prese il sopravvento sulla forma e si sviluppò la sua tipica pittura di tocco, a colpi di luce su sfondi di ombre; è il periodo della maturità, caratterizzato da una gamma cromatica più ristretta e illuminata da lampi di luce.
Si vedono l’ “Annunciazione” (1560-1565) e la “Trasfigurazione” (1560-1565) nella Chiesa de San Salvador, cioè di San Salvatore, e il “Martirio di San Lorenzo” (1548-1557) nella Chiesa dei Gesuiti.
 
Seguace del Tiziano fu Lorenzo Lotto, che fece conoscere l’arte veneziana in tutta l’Italia.
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