Pianta antica di Venezia di Jacopo De Barbari
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Accanto alle due più famose famiglie di pittori veneziani, i Bellini e i Vivarini, si formò un gruppo di artisti, simili per stile, ma con una fisionomia propria: furono i maestri narratori, i pittori dei famosi cicli di “teleri”, che raccontano le storie leggendarie di Santi e che adornavano gli interni degli edifici religiosi.

Due furono i nomi più prestigiosi: uno fu Vittore Carpaccio, i cui teleri più celebri sono il ciclo delle “Storie di Sant’Orsola”, realizzati per la scuola omonima, ma oggi conservati alle Gallerie dell’Accademia, e quelli preparati per la Scuola de San Giorgio degli Schiavoni, detti di “San Giorgio, di San Trifone e di San Girolamo”. Nelle sue opere dimostra di cogliere di un episodio ogni suo particolare, rendendolo con cura e grazia.
 
In questa stessa corrente, detta pittura narrativa, troviamo anche Gentile Bellini, figlio maggiore di Jacopo Bellini. Diventò il pittore ufficiale di Venezia e venne invitato a dipingere in Palazzo Ducale; realizzò il ciclo di teleri per la Scuola Grande de San Marco e quelli per la Scuola de San Giovanni Evangelista, raffiguranti i “Miracoli della Santa Croce”, ora alle Gallerie dell’Accademia. La sua arte è grande nel ritratto e nelle scene d’insieme: seppe con sintesi e verità rappresentare lo spirito e la gente della Venezia del tempo.

Diversa per stile fu l’arte del fratello di quest’ultimo: Giovanni Bellini. Spirito mistico, contemplativo e poetico, la sua opera lo rispecchia e linee e colori sono pervase da un’armonia musicale. “Pio pittore delle Madonne” fu definito. La sua pittura si diffuse oltre Venezia per tutte le terre venete, trovando tanti seguaci.
Accanto a loro ci furono altri pittori, vicini ai veneziani, la cui arte, però, fu influenzata anche da quella nordica, specie del Dürer. Il più importante tra questi fu il veneziano Jacopo De’ Barbari.
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Antica pianta di Venezia del De' Barberi
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