Scuola Grande di San Rocco Pianta antica di Venezia di Jacopo De Barbari
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Nei primi decenni del 1500 a opera di maestri minori, su progetto del Codussi, si ricostruirono sul lato sud di Piazza San Marco leProcuratie Vecchie, vero trionfo del vuoto sul pieno, costituite da una successione ritmica di arcate a porticato e a doppio ordine di logge; nel Campanile de San Marco si realizzarono la “cella” e la cuspide; a Rialto venne ricostruito il Fondaco dei Tedeschi, ai piedi dell’omonimo ponte il Palazzo dei Camerlenghi e più avanti le Fabbriche Vecchie; inoltre si eresse la Scuola Grande de San Rocco, l’edificio che maggiormente si ispira ai modelli classici.

La scuola pittorica veneziana dalla seconda metà del 1400 raggiunse quella maturità, indipendenza ed energia che le permisero di dominare per secoli il panorama artistico.
Anche la pittura veneziana agli inizi del 1400 risentì ancora della tradizione gotica; giunsero da fuori vari artisti, che portarono in città qualche eco della nuova arte, e furono Gentile da Fabriano, Antonio Pisano, detto il Pisanello, Paolo Uccello e Andrea del Castagno, questi ultimi due fiorentini.
 
Di Andrea del Castagno si possono ancora ammirare gli affreschi che decorano l’abside della vecchia Chiesa de San Zaccaria e la Cappella di San Tarasio, posta all’interno della
nuova chiesa.
Maestro di transizione tra lo stile gotico e la nuova arte della Rinascita fu Jacopo Bellini, capostipite di una famiglia, che primeggerà nella pittura veneziana fimo alla fine del 1400.
Legata più alla corrente artistica gotica fu la dinastia muranese dei Vivarini, il cui capostipite fu Antonio.
Nella vicina città di Padova si affermò la personalità geniale di Andrea Mantegna; vasto e profondo fu il suo influsso tra i pittori veneziani della fine del XV secolo: i due Bellini, figli di Jacopo, Giovanni e Gentile, e Bartolomeo Vivarini, fratello di Antonio.

Giunse a Venezia verso la fine del 1400 Antonello da Messina, che apprese nuovi elementi dalla scuola fiamminga e li divulgò a Venezia nel suo breve soggiorno; influenzò molto la pittura di Alvise Vivarini, nipote di Antonio.
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