I migliori itinerari e percorsi turistici a Venezia di breve,
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come veri veneziani.
Dove andare e cosa vedere.
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Arrivò a Venezia anche Jacopo Tatti, detto il Sansovino, scultore e architetto fiorentino, formatosi però a Roma; nel 1529 venne nominato
“proto” dei Procuratori di San Marco “de supra”, la carica più importante in campo edilizio.
In quegli anni a Venezia si decise di
intervenire in Piazza San Marco, riordinando e sistemando gli edifici.
Incaricato di farne i progetti e curarne l’esecuzione
fu proprio il Sansovino; così l’artista fece sorgere, a fianco delle meraviglie bizantine e gotiche della Basilica e di Palazzo Ducale,
altri edifici di chiara ispirazione romana: la Zecca sul Molo, la Libreria, detta appunto Sansoviniana, e la Loggetta alla base del
Campanile.
Suoi anche Palazzo Corner a San Maurizio e Palazzo Dolfin a Rialto, le chiese de San Francesco de la Vigna e San Martino
e le Fabbriche Nuove a Rialto.
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A Venezia costruì edifici religiosi: terminò la chiesa de San Francesco de la Vigna, iniziata dal Sansovino, ed eresse le due chiese
de San Giorgio Maggiore in Isola e quella del Redentore alla Giudecca.
Ferventi seguaci del Sansovino e del Palladio, furono Antonio
da Ponte e Vincenzo Scamozzi.
Il primo progettò e seguì i lavori per la facciata dell’edificio delle Prigioni, a lato di Palazzo Ducale,restaurò Palazzo Ducale, danneggiato da alcuni incendi, e lavorò al Ponte de Rialto; il secondo completò la Libreria del Sansovino
e iniziò la costruzione delle Procuratie Nuove in piazza San Marco.
Formatosi sull’arte dello Scamozzi, staccandosi dal Palladio e
avvicinandosi più al Sansovino, Baldassare Longhena fu l’artista considerato il genio dell’arte del 1600 a Venezia.
Quando il Sansovino fu quasi al termine della sua lunga attività, giunse intorno al 1560 un artista molto legato alle pure forme classiche-romane:
si chiamava Andrea Palladio.
Egli creò i suoi grandi capolavori a Vicenza e nella campagna veneta, erigendo tantissime ville per i
patrizi veneziani di aspetto e modello romani.