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PALAZZO DUCALE
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Anche questa sala fu rovinata dall’incendio del 1574 e in seguito restaurata; sia sul soffitto che sulle pareti vi sono tanti dipinti
di artisti famosi del tempo, come Jacopo Palma il Giovane, vissuto tra il 1500 e il 1600.
Riattraversata la Sala del Senato e la Sala
delle Quattro Porte, si giunge alla Sala del Consiglio dei Dieci, in cui si riuniva una delle più importanti magistrature dello Stato.
Istituito nel 1319 per garantire la sicurezza dello stato, il Consiglio dei Dieci era formato da dieci membri eletti ogni anno dal
Doge e dai suoi sei consiglieri.
La sala fu decorata nella metà del 1500 circa ad opera di alcuni pittori di scuola veronesiana e
dallo stesso Paolo Veronese.
Nel soffitto celebri sono i dipinti del Veronese della seconda metà del 1500, come il “Vecchio orientale
con turbante e giovane donna”, che forse rimanda agli stati vecchi e giovani che entravano in contatto con il tribunale della Repubblica,
e poi “Giunone offre, fra gemme e doni, il corno ducale a Venezia”.
Si passa poi alla Sala della Bussola, che era l’anticamera della
Sala del Consiglio dei Dieci; qui si fermavano e aspettavano tutte le persone che dovevano essere giudicate dal Consiglio dei Dieci;a destra della porta si trova la “Bocca di Leone” che ogni magistratura aveva per ricevere le denunce segrete.
Tra le finestre c’è
un camino marmoreo, realizzato su disegno di Jacopo Sansovino, architetto e scultore vissuto tra il 1400 e il 1500.
Dalla Sala
della Bussola si accede nella Stanza dei Tre Capi del Consiglio dei Dieci, magistrati scelti a turno fra i membri del Consiglio dei
Dieci, che avevano il compito di convocare tutte le riunioni del Consiglio.
Dalla porticina a sinistra vicino alle finestre si passa alla
Sala degli Inquisitori di Stato, un tribunale, formato da tre membri,
che trattava gli affari inerenti la difesa dello stato.
Con la caduta della Repubblica, nel 1797, la stanza fu spogliata di ogni ornamento;
sono tornati alla collocazione originaria i due quadri del soffitto, il “Ritorno del figliol prodigo” e le “Quattro virtù”, opere
del
Tintoretto.
Una serie di scalette collegava questa sala alla Camera del Tormento e alle Prigioni: i “Piombi”, posti sotto il tetto
di piombo del Palazzo, le “Nuove prigioni”, oltre il Ponte dei Sospiri, e i “Pozzi”, posti al piano terreno dello stesso edificio.