Scorcio dello Squero e della Chiesa di San Trovaso
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Dove andare e cosa vedere.
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PALAZZO DUCALE

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Le quattro porte furono probabilmente eseguite su disegno di Andrea Palladio, architetto vissuto nel 1500.
Tra le decorazioni alle pareti si trova, sopra le finestre che danno sul Rio, la lunetta con “Nettuno offre a Venezia i frutti del mare”, capolavoro di Giovan Battista Tiepolo del 1700: la città di Venezia è raffigurata come una dama, con la corona, lo scettro e un mantello di ermellino e con accanto un leone.

Si attraversa poi la Sala dell’Anticollegio, decorata anch’essa con marmi, stucchi e affreschi. Il soffitto, eseguito tra il 1576 e il 1577 su disegno di Andrea Palladio (1500), accoglie nel comparto ottagonale di mezzo un dipinto di Paolo Veronese (1700), detto “Venezia in atto di conferir ricompense ed onori”; sulle pareti minori, a lato delle due porte, sono collocate le quattro tele, realizzate nel 1578 da Jacopo Tintoretto per l ’Atrio Quadrato.

La Sala del Collegio, realizzata anch’essa su progetto di Palladio, accoglieva sul tribunale la Signoria, formata dal Doge al centro, i sei consiglieri, i Savi, i capi del Consiglio dei Dieci e il Cancellier Grande ai lati, che formavano appunto il Collegio, una delle più alte magistrature della Repubblica: in questo luogo venivano ricevuti e ascoltati gli ambasciatori stranieri e tutti i patrizi che rientravano a Venezia dopo una missione; perciò qui si discutevano le più importanti questioni di stato.
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Particolare della Loggia di Palazzo Ducale
Il ciclo di pitture che orna il soffitto è un capolavoro di Paolo Veronese, realizzato intorno al 1577; la sua arte in questi dipinti esalta la potenza e la grandezza di Venezia.
Anche alle pareti si vedono opere del Veronese, come quella grandiosa del 1578, posta sopra il tribunale, ma anche del Tintoretto, come le quattro grandi tele, eseguite tra il 1581 e il 1584, poste davanti e a sinistra del tribunale; nella parete delle finestre si può notare il camino monumentale.

Si passa, poi, nella Sala del Senato, chiamata anche “dei Pregadi”, visto che in origine i membri di questa magistratura venivano pregati dal Doge a parteciparvi; all’inizio i partecipanti erano circa sessanta, ma poi il numero aumentò fino a trecento.
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