PALAZZO DUCALE

Si passa, poi, alla Sala Erizzo, dallo stemma del doge Francesco Erizzo, e poi alla Sala degli Stucchi o Priuli, così chiamata per lo stemma del doge Lorenzo Priuli, posto sul camino, e per le decorazioni a stucco che rivestono la volta della sala.

 

Si arriva, quindi, alla Sala dei Filosofi, così chiamata, perché un tempo sulle pareti c’erano esposte dodici tele con figure di filosofi, tele che nel tempo sono state sostituite.

Sulla destra c’è una porticina che da accesso a una piccola scala che sale ai piani superiori. Questa porta consentiva al Doge di raggiungere più velocemente il secondo piano. Sopra la porta si ammira l’affresco di Tiziano Vecellio, pittore vissuto tra il 1400 e il 1500, intitolato “San Cristoforo”: raffigura San Cristoforo che attraversa un fiume tenendo sulle spalle Gesù Bambino.

Si passa, infine, per la Sala degli Scudieri per raggiungere il pianerottolo della Scala d’Oro: salita un’altra rampa di scale, si accede al secondo piano nella stanza detta Atrio Quadrato.

L’Atrio Quadrato, in origine, era stato abbellito da quattro tele di Jacopo Tintoretto, pittore vissuto nel 1500, che si trovano ora nella Sala dell’Anticollegio. Sul soffitto ligneo, intagliato e dorato, si vede il dipinto ottagonale del Tintoretto, che raffigura “Il doge Girolamo Priuli ornato con i simboli della Giustizia e della Pace”.

 

Dall’Atrio si passa alla Sala delle Quattro Porte che si estende per l’intera larghezza del Palazzo: alcune finestre danno sul cortile interno ed altre sul Rio de la Canonica.

Un tempo il Collegio, la sala in cui si radunava la Signoria, aveva la sede proprio qui; poi, dopo il grande incendio del 1574, divenne l’anticamera d’onore, perciò qui si fermavano ambasciatori e personaggi importanti prima di essere ricevuti dal Doge.

 

Magnifica è la decorazione a stucchi del soffitto.