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CA' D'ORO
Dopo la morte del Contarini nel 1441 la Ca’ d’Oro ebbe vari proprietari; alla fine del 1800 il palazzo fu restaurato dall’architetto
Giovan Battista Meduna, che cambiò, soprattutto all’interno, la sua fisionomia.
Nel 1894 l’edificio fu comperato dal barone Giorgio
Franchetti, il quale decise di voler restaurare nuovamente l’edificio per riportarlo alla fisionomia originaria del 1400.
Durante i
lavori fu realizzato il pavimento marmoreo nel portico del piano terreno, ampio circa trecentocinquanta metri quadrati, utilizzandopregiatissimi marmi intagliati.
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La Ca’ d’Oro è un famosissimo palazzo di Venezia che si trova nel sestiere di Cannaregio, chiamato così per la presenza di canneti
che crescevano rigogliosi nella zona. Per la ricchezza dei marmi, per la policromia delle decorazioni, per la doratura, oggi ormai
svanita, che copriva gran parte della facciata sul Canal Grande, il palazzo prese questo particolare nome: Ca’ d’Oro.
Esso rappresenta
un bellissimo esempio di arte gotica-fiorita tipicamente veneziana, ispirata più all’arte orientale che nordica.
La stessa costruzione
fin dalle origini si doveva presentare seguendo il modello del tipico e antico palazzo veneziano del tempo, composto da un corpo centrale
con grande porticato al piano terreno, affacciato sul Canal Grande, e da due ali minori laterali, qui presente però solo una per mancanza
di spazio, e non perché il palazzo rimase incompiuto.
Ai piani superiori si aprono grandi loggiati, decorati con finestre con l’arco
a sesto acuto con sopra dei fiori a quattro lobi, elemento che rimanda alla decorazione del loggiato di Palazzo Ducale, costruzione
coeva a questa.
Il palazzo venne costruito tra il 1421 e il 1440 per conto del ricco mercante veneziano Marino Contarini; per realizzarlo
vi lavorarono più maestri, forse coordinati proprio dallo stesso proprietario.
Il barone Franchetti nel 1922 morì e nel 1927 fu inaugurato il museo intitolato “Galleria Giorgio Franchetti”.
La galleria ospita la
collezione d’arte raccolta dal barone nel corso della sua vita; tra le opere si ricordano il “San Sebastiano” di Andrea Mantegna (1400),
la “Venere allo specchio” di Tiziano Vecellio (1400-1500), “Vedute” di Francesco Guardi (1600-1700) e diversi frammenti provenienti
dalla facciata sul Canal Grande del Fondaco o Fontego dei Tedeschi del Giorgione e del Tiziano.