I migliori itinerari e percorsi turistici a Venezia di breve,
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Dove andare e cosa vedere.
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ARSENALE DI VENEZIA
L’Arsenale era un cantiere molto efficiente; nel 1570 in poco tempo gli operai riuscirono a realizzare le galee necessarie per affrontare lo scontro con i Turchi nei pressi dell’isola di Cipro.
La battaglia di Lepanto, avvenuta il 7 ottobre del 1571, si concluse con la vittoria della flotta della Lega Santa, tra cui Venezia, contro quella dell’Impero Ottomano.
Gli Arsenalotti avevano diversi compiti, oltre a quelli connessi strettamente con l’attività dell’Arsenale: così potevano diventare guardie del Doge, addetti allo spegnimento di incendi, molto frequenti a Venezia, e controllori della Zecca.
Entrati nell’atrio, è ancora visibile l’unità di misura, realizzata in bronzo, usata per la costruzione delle navi della flotta: il metro e il passo veneto.
Sulla parete opposta, sempre nell’atrio, c’è un tabernacolo con la “Vergine con il bambino”, opera eseguita da Jacopo Sansovino nel 1533-34, scultore e architetto del 1500.
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Curiosità:
LA GALEA GROSSA
“Contro un veneziano bisognava essere in quattro!”
Nel XV secolo la tipica nave veneziana si chiamava galea
grossa e nasceva dalla fusione di due tipi di imbarcazione: la nave da carico con lo scafo rotondeggiante, dalla forma solida, ma
lenta, con le vele e un doppio timone laterale, e la galea da combattimento, lunga, sottile e molto veloce negli spostamenti, perché
dotata di diverse coppie di remi.
La galea grossa era perciò solida, come la nave da carico, e veloce come la nave da combattimento,
e poteva essere utilizzata nel duplice modo: con il carico era impiegata nel commercio e senza il carico era usata per combattere.
Inoltre, aspetto ancora più importante, alle coppie dei remi c’erano uomini liberi, non prigionieri incatenati, come nelle navi degli
altri stati; uomini che salivano sulla nave anche per commerciare in proprio e che portavano con sé armi. Se una nave veneziana veniva
assalita, tutti gli uomini dell’equipaggio partecipavano alla difesa della nave e a sconfiggere il nemico.
Per questo si spiega il
detto scritto all’inizio: ogni marinaio veneziano valeva quattro marinai avversari.